Mensile di critica d'arte e recensioni fondato nel 1979
N. VI - Dicembre 2011
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In limine
RIEDUCARE LO SGUARDO

Da parte degli storici lo spazio che attiene alla lettura e alla comprensione delle opere è frequentemente ritenuto marginale rispetto alla ricerca puramente storiografica. La sua svalutazione pare derivare dal fatto che l'aspetto fruitivo dell'arte sembri sfuggire ad una analisi delle opere propriamente scientifica, interferendo in modo sostanziale col gusto e con la sensibilità individuali. Del resto è pratica comune negli ambienti accademici che il saggio principale di una ricerca critica, finalizzata ad esempio alla redazione di un catalogo, resti appannaggio del titolare, mentre la sezione iconologica venga affidata agli assistenti, ai dottorandi, chiamati a svolgere un impegno evidentemente ritenuto di minore importanza.

Ma il fine dell'arte non è la fruizione? Non è il viaggio nell'opera l'impresa che stigmatizza il senso stesso dell'arte? Eppure da parte degli storici le materie artistiche vengono in genere studiate alla stregua di un qualsiasi linguaggio. La questione è tanto più seria quanto più gli studiosi mostrano non di rado di non possedere reale gusto e sensibilità per l'arte e di fondare le loro conoscenze su di una pura erudizione.

Certamente l'arte non va semplicemente sentita e raccontata. La critica non è solo interpretazione, è comprensione di un linguaggio che ha le sue regole, la cui conoscenza implica precise competenze. Ma come sarebbe necessario restituire all'immagine artistica il suo valore educativo! Come sarebbe necessario far sì che l'opera sia un territorio da esplorare, sperimentando una realtà altra di comprensione del mondo, capace di coinvolgere intera la persona, intelligenza e sensi, e di sviluppare le risorse creative dell'individuo. Come sarebbe necessario insomma educare e rieducare lo sguardo, rifondare la sensibilità visiva, implicare nella conoscenza dell'arte la personale storia esistenziale. Se resta un semplice gioco di saperi, la storia dell'arte diviene arida, oso dire inconcludente.

Giorgio Agnisola

EVENTI
BBcc BBCC EXPO: INVESTIRE NEL SETTORE

Annunciate le date della prossima edizione
del Salone dei Beni Culturali di Venezia



Ha chiuso il 3 dicembre il BBCC Expo - XV Salone dei Beni e delle Attività Culturali e del Restauro di Venezia, mettendo in evidenza l'importanza di elaborare delle idee innovative e l'urgenza di continuare a investire nel settore dei beni culturali e nel settore del restauro per valorizzare ancor più il patrimonio culturale italiano.
A conclusione del Salone - che quest'anno è riuscito a coinvolgere il settore dei beni culturali a tutto tondo, a livello nazionale e internazionale - il direttore Gianni Gobbato esprime piena soddisfazione per i risultati ottenuti e annuncia le date della prossima edizione: "Il Salone si conferma come un evento di grande qualità all'interno del panorama italiano con importanti aperture internazionali. Posso già anticipare che l'edizione 2012 si svolgerà dal 29 novembre al 2 dicembre con il proposito per l'anno prossimo di aprirsi a nuove collaborazioni, mettendo in sinergia le varie realtà che operano nel territorio".
Qualità è il segno distintivo del BBCC Expo, convegni, eventi, presentazioni, incontri tecnici all'insegna della ricerca e della sperimentazione con un grande seguito di professionisti: è un segnale forte e chiaro dunque quello che gli addetti ai lavori lanciano al Salone di Venezia e che costituisce un forte sprone per il futuro.
La Borsa della cultura ha registrato la presenza di ben 160 operatori tra domanda e offerta riuscendo nel suo intento di veicolare gli incontri B2B dell'ambito culturale.
"Viaggiandum Est", la Borsa del Turismo Culturale, si assesta come uno degli eventi consolidati del Salone con una notevole affluenza di operatori del settore turistico e la partecipazione di 12 Paesi. Attenzione diretta al "turismo culturale", forma di turismo capace di contribuire alla migliore gestione del territorio e delle destinazioni, garantendo una continuità di risultati nell'arco dell'anno.

Mary Attento



MOSTRE
Georges De La Tour DE LA TOUR ILLUMINA
PALAZZO MARINO


(Milano, dal 26 novembre
all'8 gennaio 2012)


<- a sinistra: San Giuseppe falegname
(dal Louvre)

Milano.
Le ombre e le luci del Seicento francese fanno il loro ingresso a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. Dal Museo del Louvre arrivano per la prima volta in Italia due capolavori, in mostra dal 26 novembre fino all'8 gennaio, nel tradizionale appuntamento con l'arte promosso dall'Eni in collaborazione col Louvre. Palazzo Marino si illumina con la luce calda delle candele di George de La Tour (Vic sur Seille, 10 marzo 1593 - Lunéville, 30 gennaio 1652) che riverberano su uno dei più celebri capolavori del pittore, noto come il "Caravaggio francese", il "Giuseppe falegname" (1640 ca.), e sui protagonisti de "L'adorazione dei pastori" (1644 ca.).

Georges De La Tour

La mostra curata da Valeria Merlini e Daniela Storti (Catalogo Skira) propone uno sguardo su uno degli artisti più suggestivi e misteriosi che la Francia del Seicento abbia generato. L'esposizione, allestita come tradizione nella Sala Alessi, è a ingresso libero. Un Giuseppe al lavoro, mentre un Gesù bambino regge una candela che gli rischiara il volto e nella stanza scura si rivelano i suoi attrezzi da lavoro. Nell'Adorazione è invece Giuseppe a reggere un cero che illumina Maria e i pastori, in assoluta contemplazione di Gesù, fasciato sulla greppia. Due capolavori per la prima volta in Italia di un grande maestro fiammingo, attivo e famoso in Lorena, nominato da Luigi XIII "pittore particolare del re" nel 1639. Un allestimento caldo che separa i due capolavori, una grande parete a onda, intonacata con calce ed argilla; dei video dedicati alla loro storia e al contesto culturale arricchiscono l'esposizione. Il pubblico potrà trovare risposte anche dagli storici dell'arte e dai restauratori sempre presenti in sala. Un'occasione speciale, dunque, e assolutamente imperdibile per approfondire la conoscenza dell'opera di George de La Tour, la cui formazione ed esperienza è ancora oggi poco nota e avvolta dal mistero. Non si potrà restare indifferente davanti alla maestria con la quale l'artista usa la luce e la proietta con assoluta veridicità e suggestione sulle mani, sui volti e sui vestiti dei protagonisti dei quadri. Il percorso della luce segnato da Michelangelo Merisi da Caravaggio illumina il Nord Europa, Caravaggio che La Tour avrebbe visto in un suo viaggio in Italia, vero maestro dell'uso di luci e ombre, vero capostipite di una scuola alla quale si iscrive di diritto anche George de La Tour.

Giuliana Albano



Modigliani GLI ANNI FOLLI

La Parigi di Modigliani,
Picasso e Dalì. 1918 - 1933


Ferrara, Palazzo dei Diamanti
dall'11 settembre 2011 all'8 gennaio 2012




Il fascino irresistibile della Parigi degli anni Venti rivive a Palazzo dei Diamanti attraverso i capolavori di grandi maestri della modernità: Monet, Matisse, Mondrian, Picasso, Braque, Modigliani, Chagall, Duchamp, De Chirico, Miró, Magritte e Dalí sono i protagonisti di una grande mostra per la prima volta in Italia. Una Parigi in pieno fermento quella tra il 1918 e il 1933, che attraeva artisti in cerca di fortuna e celebrità in quegli anni che furono definiti "folli". La mostra ripercorre questi anni attraverso dipinti, ma anche costumi teatrali, fotografie, ready made e disegni, provenienti da importanti musei e collezioni private mondiali. Il percorso parte dalle opere di due maestri impressionisti ancora attivi ed influenti nel primo dopoguerra, Renoir e Monet; ad incarnare il carattere cosmopolita e bohémien della vita artistica parigina sono i ritratti e i nudi della cosiddetta Scuola di Parigi: Modigliani, Chagall, Kisling, Foujita o Soutine accomunati da uno stile figurativo fortemente personale. Capolavori come Mandolino, bicchiere, fruttiera e frutta di Picasso e Il tavolino rotondo di Braque testimoniano lo stile sperimentale dai padri del cubismo. In quegli anni il genio di Picasso si manifesta anche in altre direzioni; fu, assieme a Derain, a De Chirico e a Severini, tra i pionieri di quel moderno classicismo attualizzando temi tradizionali o tratti dalla commedia dell'arte: sono espressione la Maternità di Picasso, così come i maestosi Nudo con gatto di Derain e Due figure mitologiche di De Chirico, o ancora il Pulcinella malinconico di Severini.
A loro volta Matisse e Bonnard recuperano una vena naturalistica nelle sensuali figure, come i Nudo disteso e Nudo su sfondo giallo. Sempre a Parigi, dal 1919, l'olandese Piet Mondrian diede alla luce le sue rivoluzionarie tele neoplastiche. A rappresentare questa fase della sua ricerca saranno due composizioni a griglie di colori puri, una del primo periodo parigino e una dei pieni anni venti. Anche il teatro rappresentò un'importante frontiera per gli artisti, che idearono costumi e scenografie per compagnie sperimentali portando sulla scena la genialità delle loro ricerche. Uno spettacolare allestimento di costumi, bozzetti e riproduzioni di apparati scenici di Matisse, Larionov, Léger e De Chirico. Irrompe sulla scena artistica parigina il dadaismo e il surrealismo: ironiche e provocatorie le opere dei dadaisti prendono di mira le convenzioni morali e culturali della società borghese. Esempi emblematici i ready-made di Duchamp, Air de Paris o Fresh Widow, e di Man Ray, Cadeau, così come le macchine di Picabia quale L'Oeil-Caméra. In seguito, la nascita del surrealismo riaccende un progetto utopistico: restituire al mondo un significato nuovo, che possa aprire la strada alla liberazione spirituale e materiale dell'umanità. La mostra si chiude con le tele e le sculture di Ernst, Miró, Masson, Magritte, Tanguy, Giacometti e Dalí, dense di immagini oniriche e perturbanti, come finestre aperte sul meraviglioso che invitano a risvegliare il desiderio e l'immaginazione.

Giuliana Albano



Van Gogh e Gauguin VAN GOGH
E IL VIAGGIO DI GAUGUIN


Genova, Palazzo Ducale
dal 12 novembre 2011 al 15 aprile 2012




Prende avvio dal grande dipinto di Paul Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? - proprietà del Museum of Fine Arts di Boston - il viaggio, inteso sia come esplorazione geografica e nello spazio sia come ricerca dell'identità interiore. Cuore pulsante, anche come scelta di allestimento in una saletta individuale, dominata da una penombra quasi mistica, è il capolavoro monumentale di Gauguin, quintessenza di una meditazione sul senso della vita d'artista, opera-testamento di quel 1897, quando aveva tentato il suicidio che poi fallì. Da Jack Kerouac a Van Gogh, passando per Gauguin. Da Turner a Rothko, da Monet a Hopper, da Kandinskij a Nicolas de Staël. Sono alcuni dei voli pindarici che propone il repertorio di capolavori della mostra in scena nelle sontuose sale di Palazzo Ducale. Il tema è tra i più suggestivi di sempre, il viaggio come avventura nel mondo, come esplorazioni delle culture e delle identità e riflessione intima nel proprio spazio dell'anima. Da qui, il curatore, Marco Goldin, azzarda accostamenti, affinità elettive e accordi disarmonici tra i massimi artisti della fine dell'Ottocento e del Novecento, apparentemente disorientanti e improbabili, ma figli di un'intuizione che lascia allo spettatore l'invito ad una riflessione. Un percorso che si compone di ottanta lavori della pittura europea e americana del XIX e del XX secolo provenienti dai musei di tutto il mondo. Mostra nella mostra è la rassegna di quaranta Van Gogh (trenta dipinti e dieci disegni) a costruire un racconto sublime sulla parabola artistica del pittore olandese, dall'Autoritratto al cavalletto dipinto nel 1888, arrivato dal Van Gogh Museum al Campo di grano sotto un cielo nuvoloso dipinto ad Auvers appena tre settimane prima della morte, opera riproposta al pubblico dopo quarant'anni, fino al Seminatore, sempre eseguito ad Arles, accanto alle Scarpe tenero omaggio al suo quotidiano camminare, il tutto scortato dalla teatrale ricostruzione della camera di Van Gogh ad Arles. Intorno si dipanano i viaggi, tra l'America e l'Europa, inanellando visioni struggenti, e a volte bizzarre. Dalla provincia di un realismo magico di Hopper, ai viaggi monocromi nell'interiorità di Mark Rothko, che duettano con i giochi luministici di aria e acqua delle marine di Turner di un secolo e mezzo prima. Dalla Tahiti di Gauguin alla Giverny di Monet e le fioriture delle sue ninfee. Tra i colori musicali di Kandinskij ai percorsi straziati di Nicolas de Staël.

Giuliana Albano



Brera Puskin
Milano, Pinacoteca di Brera, Palazzo Ducale dal 11 novembre 2011 al 5 febbraio 2012

Dal museo Puskin arrivano a Milano alla Pinacoteca di Brera dipinti di Cezanne, Gauguin, Monet, Matisse, Renoir, Picasso, Rousseau e Van Gogh, provenienti dalle prestigiose raccolte del museo moscovita, quelle di Sergei Scukin e Ivan Morozov, che furono appassionati testimoni della rivoluzione artistica in Europa a cavallo tra '800 e '900 e profeti delle avanguardie. In mostra sono presenti assoluti capolavori della pittura francese tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, l'esposizione vuole mettere l'accento sulle figure dei due straordinari collezionisti russi. Tutti i dipinti esposti, infatti, sono appartenuti a Scukin e Morozov che, acquistando direttamente nelle più importanti gallerie di Parigi, crearono con grande lungimiranza collezioni uniche. Grandi mercanti e viaggiatori in anni diversi, divennero i migliori clienti delle più importanti gallerie di Parigi, come Druet, Durand-Ruel, Kahnweiler, Vollard; in mostra è proprio lo splendido Ritratto di Ambroise Vollard, una delle migliori opere della seconda fase cubista di Picasso, che Ivan Morozov acquistò a Parigi. Opere capitali che vanno dall'Impressionismo al Picasso cubista: tra le altre Boulevard des Capucines di Monet, Ponte sulla Marna di Cézanne, Eiaha Ohipa di Gauguin, La regina Isabeau del 1909 di Picasso. L'esposizione promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero della Cultura e dei Media della Federazione Russa, il Museo Puškin e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Milano, è curata da Caterina Bon Valsassina, Sandrina Bandera e Irina Antonova ed è in contemporanea la mostra su Caravaggio che lo Stato Italiano ha presentato al Puskin il 22 novembre 2011.

Giuliana Albano



Pomodoro GIÒ POMODORO

IL PERCORSO DI UNO SCULTORE
1954 - 2001


Alessandria
dal 7 dicembre 2011 al 30 aprile 2012




Si snoda attraverso un vero e proprio museo diffuso nell'incantevole territorio dell'alto Monferrato una fra le più importanti mostre antologiche dedicate allo scultore marchigiano Gio' Pomodoro curata da Marco Meneguzzo. Ville, Palazzi storici e Musei diventeranno, negli oltre quattro mesi di esposizione, un circuito senza eguali dove compiere uno fra i più esaustivi viaggi fra le opere del grande Maestro della scultura internazionale. Il percorso, partendo dalla città di Alessandria, si snoda attraverso le più suggestive e peculiari città della provincia: Acqui Terme, Novi Ligure, Valenza, Tortona e Casale Monferrato. Saranno esposte centosettantatre opere ripartite in nove diverse sedi espositive. Il viaggio inizia dalla città di Alessandria dove a Palazzo del Monferrato saranno esposte, oltre all'opera monumentale Grande Ghibellina, 12 sculture in bronzo, marmo e pietra oltre ad un'importante serie di acquerelli. Nella Galleria Carlo Carrà di Palazzo Guasco i Luoghi, 5 studi per opere monumentali di progettazione urbanistica e le relative di tavole progettuali su carta. A Palazzo Cuttica, oggi sede del Museo Civico, troveranno spazio 9 opere plastiche di piccole e medie dimensioni e 10 importanti lavori su carta, oltre alla monumentale scultura in bronzo Sole deposto installata all'ingresso dell'androne del palazzo. Nel cortile della sede della Camera di Commercio sarà posizionato l'imponente bronzo Colloquio col figlio. Novi Ligure ospita, invece, due percorsi tematici fra i cicli più importanti di Gio' Pomodoro: le opere della serie "Tensioni" e i "Soli". In mostra saranno ospitate 40 opere. La sede è quella del Museo dei Campionissimi, un sito che raccoglie e racconta la storia recente del nostro paese, e rende omaggio agli eroi del pedale: Costante, Girardengo e Fausto Coppi. A Valenza negli spazi dell'Oratorio San Bartolomeo, la chiesa più antica della città, saranno esposti 45 preziosi gioielli-scultura dell'artista, già precedentemente ammirati in prestigiose sedi internazionali. Nell'affascinante dimora padronale di Villa Ottolenghi, Borgo Monterosso, ad Acqui Terme sarà esposto un nucleo di 13 opere, fra sculture e acquerelli, oltre alla grande statua in bronzo intitolata Due, che si staglia sullo sfondo del meraviglioso parco della villa, ora di proprietà della Famiglia Invernizzi. Sede del Museo Archeologico e delle Civiche Raccolte Artistiche è il Palazzo Guidobono di Tortona: gli interni, caratterizzati da importanti decori, rendono questo palazzo nobiliare un luogo davvero suggestivo per ospitare - oltre ai bronzi e ai marmi - i grandi acquerelli di 2 metri per 2 di Gio' Pomodoro. Ulteriore tappa del circuito è Casale Monferrato, dove, sotto le volte del loggiato di Palazzo Magnocavalli sarà ospitata per tutto il periodo della manifestazione la grande opera in bronzo lucido Folla. Questa straordinaria manifestazione si propone come percorso attraverso le eccellenze del territorio. Ognuna delle sedi espositive è già di per sé un luogo di interesse storico-artistico, così come ognuna delle città offre giacimenti eno-gastronomici d'eccellenza. Si potrà compiere dunque, attraverso il circuito dell'antologica dedicata a Gio' Pomodoro, un viaggio completo nel segno del più piacevole dei percorsi turistico-culturali.

Giuliana Albano

 

biblion
line

di Mary Attento


1001
Stephen Farthing (cur.)
1001 dipinti da vedere prima di morire
Una guida completa ai capolavori della pittura
Atlante 2011, pp. 960 ill. euro 29,50

Dedicato ai capolavori della pittura di ogni tempo e di tutto il mondo, il volume è arricchito da una straordinaria galleria di immagini ogni scheda e accompagnata dalla riproduzione a colori di un'opera d'arte. Il libro - che si avvale della prefazione di Geoff Dyer - spazia dagli affreschi dell'antica Roma alle provocazioni dell'arte contemporanea, in una successione cronologica di opere i cui accostamenti destano più di una sorpresa. Da sempre la pittura testimonia l'urgenza creativa dell'umanità. Se i canoni di bellezza e i linguaggi cambiano nel corso dei secoli, la pittura rimane un mezzo di espressione universale e un registro fedele della nostra storia.



Daverio
Philippe Daverio
Il museo immaginato
Rizzoli 2011, pp. 352 ill., rilegato euro 35

Il famoso critico d'arte propone ai lettori un affascinante viaggio in un museo immaginario che espone capolavori dell'arte senza tempo, capolavori che costituiscono la sua collezione ideale, guidandone la lettura con brevi testi folgoranti e dettagli messi in evidenza. Ogni opera infatti è descritta nei particolari attraverso lo sguardo critico di Philippe Daverio - sempre guidato dalla sua curiosità e dal suo gusto personalissimo - e messa in relazione con il contesto storico/culturale che l'ha vista nascere.



Museologia
M. Laura Tomea Gavazzoli
Manuale di museologia
Rizzoli Etas 2011, XX-282 p., ill., 2 ed. euro 24

Il manuale, alla sua seconda edizione, si conferma sia come punto di riferimento per chi segue gli studi sul patrimonio culturale e la sua gestione, sia come strumento pratico per coloro che nelle professioni si trovano a governare i meccanismi di funzionamento di queste complesse strutture culturali, sia, infine, come testo informativo per i numerosi volontari e appassionati. Il testo presenta tutto lo spettro delle attività di un museo (dalla cura delle collezioni alle politiche di acquisizione, dalle tecniche espositive alla progettazione e svolgimento dei servizi culturali, dall'organizzazione del personale all'amministrazione) in un'ottica italiana che tiene conto della specificità culturale e normativa del nostro Paese.



Flavio Caroli
Flavio Caroli
La storia dell'arte
Mondadori Electa 2011, pp. 567, ill., euro 19,90

Un grande affresco che parte dal Rinascimento e giunge fino ai giorni nostri. Compendio di oltre trent'anni di riflessioni sull'arte di un grande studioso, il libro appaga quel bisogno di magia nella lettura dell'opera d'arte, che è la grande richiesta del pubblico colto di oggi. Caroli legge e narra, in questo volume, oltre 600 capolavori che appartengono al nostro immaginario. "Si va a vedere l'arte per capire il passato, ovvero per cogliere il senso più profondo della nostra esistenza": a partire da questa considerazione, che spinge il grande pubblico a visitare numeroso le mostre e i musei, Caroli coinvolge il lettore in un racconto avvincente attraverso i cinque secoli chiave della storia dell'arte occidentale.






INFO MOSTRE

 di Giuliana Albano

Roma

ROMA AL TEMPO DI CARAVAGGIO 1600 - 1630

Palazzo Venezia
dal 16 novembre 2011 al 5 febbraio 2012


È a cura di Rossella Vodret la rassegna Roma al tempo di Caravaggio 1600-1630, allestita a Palazzo Venezia. Si tratta dell'atto finale di una lunga serie di iniziative legate al IV centenario della morte del pittore.

Centoquaranta dipinti, anche dall'estero, alcuni mai esposti in Italia per una ricognizione scientifica sugli artisti che furono i compagni del genio lombardo, nella Roma di inizio Seicento. Mostra che rappresenta inoltre la continuazione ideale di quella sul Rinascimento a Roma, aperta fino al 12 febbraio al Museo Fondazione Roma di Palazzo Sciarra. In questi mesi sarà possibile fare un viaggio unico nei due secoli che hanno visto la Città Eterna innalzarsi al ruolo di capitale della cultura europea.

A Palazzo Venezia l'allestimento è stato affidato a Pier Luigi Pizzi, che ha creato come scenografia una passerella di altari, in modo da presentare i dipinti, in gran parte provenienti dalle chiese, nella stessa collocazione per la quale furono progettati. Ma il percorso offre soprattutto un'occasione straordinaria e cioè quella di vedere affiancate, nella prima sala dell'esposizione, le due Madonne di Loreto dipinte entrambe tra il 1604 e il 1605, l'una da Caravaggio, l'altra da Annibale Carracci. Vederle a confronto permette di studiare le differenze abissali dei due maestri. Differenze che avrebbero alimentato le correnti artistiche dei decenni successivi. Due protagonisti assoluti: Caravaggio, che inventa uno stile naturalistico talmente spinto da risultare rivoluzionario, e il bolognese Annibale Carracci, che elabora una pittura classicista di ispirazione raffaellesca, basata sulla rappresentazione di una realtà idealizzata.

Le due Madonne di Loreto sono esemplari per chi voglia riconoscere le due correnti: in quella del Merisi i piedi sporchi e gli stracci dei pellegrini, la luce che irrompe da sinistra esaltando la sensualità della Vergine; in quella di Annibale la Madonna, di una bellezza idealizzata, è al centro della scena, illuminata da una luce universale e circondata da angeli chiaramente memori di Raffaello. Da queste due opere parte la storia della mostra, che si districa tra gli allievi bolognesi di Annibale (Guido Reni, Domenichino, Albani, Lanfranco), i cosiddetti riformati toscani (Passignano, Fontebuoni, Ciampelli, Bilivert), i grandi favoriti delle committenze papali Baglione e Cavalier D'Arpino fino all'ondata dei caravaggeschi (Orazio e Artemisia Gentileschi, Carlo Saraceni, Orazio Borgianni, Bartolomeo Manfredi). La mostra si chiude con un'opera che sintetizza questo passaggio: L'allegoria dell'Italia dove il francese Valentin, tra il 1627 e il 1628, mette le istanze caravaggesche al servizio della spettacolarità barocca.

Tra i capolavori in mostra Susanna e i vecchioni di Artemisia, dal castello bavarese di Weissenstein e un'Ultima Cena di Valentin, con inquietante vassoio sulla tavola davanti a Cristo, che contiene il corpo scuoiato di un mustelide, forse una donnola. .






Severini

GINO SEVERINI 1883 - 1966

Rovereto, MART
Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
dal 17 settembre 2011 al 08 gennaio 2012


A oltre vent'anni dall'ultima rassegna esaustiva dedicata all'artista, la mostra intende riportarne la figura al centro del dibattito artistico. Grazie alla collaborazione tra il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e i Musei d'Orsay e de l'Orangerie di Parigi, si potrà ammirare per la prima volta l'opera di Gino Severini nella sua completezza. Protagonista del futurismo, l'artista svolse un ruolo fondamentale come tramite tra l'arte italiana e francese nel periodo delle avanguardie e, successivamente, del ritorno al classicismo.

La ricerca divisionista, che si fonde con l'influenza del pointillisme, è alla base della sua originale interpretazione del futurismo. Il linguaggio dell'avanguardia italiana si incrocia a sua volta in maniera determinante con le suggestioni del cubismo e dell'orfismo. Il progetto espositivo, a cura di Gabriella Belli e Daniela Fonti, ricostruisce l'itinerario artistico di Severini attraverso una selezione di circa ottanta opere, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private italiane e internazionali.

Protagonista del movimento futurista, Gino Severini svolse un ruolo fondamentale come punto di contatto tra l'arte italiana e francese nel periodo delle avanguardie e, successivamente, del ritorno al classico. I legami con la Francia sono presenti costantemente durante tutta la carriera dell'artista, a partire dal testo "Du Cubisme au classicisme. Estetique du compas et du nombre", pubblicato a Parigi nel 1921, fino alla sua vicinanza, negli anni Trenta, al gruppo "Les Italiens de Paris". Rispetto all'evento parigino - aprile e luglio 2011 al Musée de l'Orangerie - la mostra di Rovereto amplia notevolmente l'arco cronologico dell'itinerario artistico di Severini.

In particolare, si potranno ammirare una serie di opere degli anni Quaranta e Cinquanta, che permettono di approfondire, per la prima volta dopo oltre vent'anni dall'ultima mostra monografica, il complesso intreccio rappresentato dalle diverse tappe della storia artistica dell'artista.
ArtePresente - Tribunale di S.M.C.V. n.246 del 14 Luglio 1979 - Direttore: Giorgio Agnisola. Direttore responsabile: Mary Attento. Art director: Michele D'Alterio - DHARMA