Mensile di critica d'arte e recensioni fondato nel 1979
N. V - Novembre 2011
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In limine
CRITICI O CURATORI?

Ordinariamente colui che cura una mostra d'arte, di questa è anche il curatore scientifico: è colui cioè che redige il testo di presentazione e detta le regole espositive. Ma accade sempre più spesso che il curatore sia semplicemente l'organizzatore dell'evento. Di fatto la sovrapposizione e l'intersezione dei ruoli genera malintesi e confusioni. Proviamo dunque a porci in proposito qualche domanda.

Occorre intanto premettere che quella del curatore, così come oggi è intesa, è figura professionale recente, direttamente connessa con le istanze del mercato. Un tempo il ruolo del curatore era più estemporaneo, non aveva precisa fisionomia. Il curatore poteva essere il responsabile di una istituzione o il mercante o direttamente il critico o un artista o un gruppo di artisti. La sempre maggiore necessità di un esperto organizzativo e propositivo di un evento artistico ha comportato la necessità di delineare una fisionomia operativa distinta da quella responsabile sotto il profilo storico-critico.

Ora la prima domanda che viene di fare è se sia possibile separare nettamente la figura del critico da quella del curatore. Normalmente il testo di una mostra è direttamente connesso con il progetto espositivo. Le due figure, quella del critico e del curatore, di fatto dovrebbe essere sinergiche e forse inseparabili. Certo, il critico può intervenire solo parzialmente, investigare solo un aspetto dell'opera di un artista o limitarsi ad una analisi introduttiva, non entrare nel merito della logica espositiva. Ma colui che si occupa della esposizione può non essere un critico? In linea di principio potrebbe, a patto che si serva di un critico o di uno storico che sostenga il suo disegno espositivo e ne curi scientificamente la logica e le scelte.

Ebbene ciò accade sempre più di rado. Emergono da qualche tempo figure nuove di esperti curatori, manager singoli o addirittura società di produzione espositiva che curano in toto una rassegna, pubblica o privata, limitandosi a chiedere occasionalmente un testo, senza una diretta implicazione dell'esperto nel progetto espositivo. Deviazioni del mercato, si dirà. Certo. Ma anche e soprattutto deviazioni di una idea di critica che ormai comunemente si assoggetta alle logiche mercantili. E' qui il punto. Non è tanto il mercato che monta, invasivo e pervasivo. E' la critica che ha perso mordente e identità, è divenuta disciplina vaga e alienabile. Oggi sempre più spesso, soprattutto da parte degli artisti, si confonde il pratico operatore artistico, con colui che vuole vagliare in profondità la fisionomia di un artista, vigilarne il lavoro, attenderne il cammino. Per converso sempre più spesso il critico aspira a diventare un puro organizzatore perdendo di vista il suo ruolo: che del resto, come sappiamo, è in crisi.

Segni dei tempi? Il discorso è complesso. Ne scriveremo in altra occasione.


Giorgio Agnisola


MOSTRE
Ippolito Caffi DA SUD. LE RADICI MERIDIONALI DELL'UNITÀ NAZIONALE

(Palazzo Reale di Napoli
fino al 15 gennaio 2012)


<- a sinistra: Ippolito Caffi
Ingresso di Vittorio Emanuele III a Napoli il 7 novembre 1860
1861, Torino, Palazzo Reale

Nella prestigiosa cornice del Palazzo Reale di Napoli, fino al 15 gennaio 2012, una grande esposizione invita a riflettere sui sessant'anni che hanno preceduto il Plebiscito dell'ottobre del 1860. Dalla Rivoluzione del 1799 ai moti del '48 alla spedizione dei Mille. Quattro generazioni di meridionali che hanno vissuto e creato la Storia e l'hanno intrecciata di infinite, piccole e grandi storie. Queste generazioni sono diventate una delle principali radici di quel grande processo che si è soliti definire Risorgimento nazionale.

Attraverso storie di vite generose: giovani che incontrano la morte con serenità, adulti che affrontano il vagabondare dell'esilio senza ripensamenti, carceri che sono vere e proprie tombe di vivi, sconfitte che valgono più delle vittorie, tanto forte risulta la lezione morale che da esse si può ricavare. Partendo da quel "Giardino d'Europa" e giungendo fino a quel giorno di pioggia del plebiscito unitario dell'ottobre 1860, la mostra espositiva racconta queste storie avvalendosi di registri narrativi che dalla tradizionale raffigurazione pittorica o documentazione storica, si giunge ad utilizzare soluzioni evocative e strumenti comunicativi multimediali, per trasmettere il sentimento e il significato di essere meridionali e patrioti nella prima metà dell'Ottocento.

Sotto: Il Palazzo Reale di Napoli
Palazzo Reale di Napoli

Un grande esperimento di multimedialità per far entrare il visitatore nel cuore dei fatti. Una esposizione dove documenti, quadri, ricordi unici, molti mai esposti, non sono solo pezzi museali ma permettono di vivere e di trasmettere l'emozione del momento storico. Una mostra gratuita, per garantire al maggior numero di persone possibile l'accesso a una Storia tutta da riscoprire.

La Mostra a cura di Luigi Mascilli Migliorini e Anna Villari è promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Unità tecnica di Missione per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, nell'ambito delle celebrazioni previste per la ricorrenza, con la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e Provincia - Direzione Appartamento Storico del Palazzo Reale, in collaborazione con Prefettura di Napoli, Comune di Napoli e la Fondazione Valenzi.

Giuliana Albano


Il Vesuvio MAV 2.0

IL PASSATO VISTO CON GLI OCCHI DEL FUTURO

Museo Archeologico Virtuale
di Ercolano (Napoli)



Arriva il Mav 2.0: a novembre 2011 il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano (NA), un centro di cultura e tecnologia tra i più avanzati d'Italia, si rinnova completamente con nuove installazioni e nuove ricostruzioni virtuali.
La novità più importante è il Teatro Virtuale, il primo allestimento di questo tipo realizzato nel nostro Paese, basato su un innovativo sistema con visualizzazione i3D/MultiD che consente una multiproiezione stereoscopica. Contrariamente a quanto avviene nei cinema 3D, qui la scena non è limitata a uno schermo frontale ma si sviluppa tutto intorno su enorme "nastro" in fibra argentata di 26 metri di lunghezza.

L'effetto è quello di essere completamente immersi in uno spazio multisensoriale grazie a una definizione dell'immagine cinque volte superiore a quella di uno schermo FullHD e al suono tridimensionale. Il Teatro di Ercolano, insomma, in tutta la sua grandiosa maestosità; un viaggio virtuale per scoprire il fascino di un'opera imponente e splendida nella sua perfezione architettonica.

Museo Archeologico Virtuale di Ercolano

E, ancora, la nuova sala dedicata alla ricostruzione degli spettacolari ambienti delle Terme di Ercolano (con il gocciolio dell'acqua, la luce che filtra dall'alto, i vapori e i suoni ovattati del Calidarium, i profumi degli unguenti), quella dove rivivere i fasti del Teatro Antico con una fantastica ricostruzione, i nuovi spazi di accoglienza allestiti con proiezioni, dispositivi multimediali ed effetti speciali, nuove ricostruzioni di affreschi e opere d'arte, ologrammi e touch screen.

Ma cosa avranno provato le persone di Pompei o di Ercolano quel terribile giorno del 79 d.C. quando la violenza del vulcano si abbatté sulle due città in tutta la sua terribile potenza? Plinio il Giovane lo raccontò, i visitatori invece possono viverlo proprio come se fossero uno di quegli sfortunati abitanti, grazie a un paio di occhiali con lenti polarizzate. Un filmato in i3D/multiD unico al mondo in una sala appositamente attrezzata con pedane dinamiche, suoni tridimensionali ed effetti speciali.
Con il Mav si va alla scoperta di un mondo e di una civiltà scomparsi duemila anni fa ma che, in fondo, sentiamo ancora nostri perché sono le nostre radici profonde.

Mary Attento



IL LIBRO
Palazzo
Roberto Longhi, Giuseppe Prezzolini.
Lettere 1909-1927

MUP Editore, Parma, 2011, pp. 173, 15 euro

È il 1909. Roberto Longhi ha appena diciannove anni, Giuseppe Prezzolini - direttore de "La Voce" - ne ha ventisette. E sono già "Longhi" e "Prezzolini". Solo due ragazzi quindi, ma pienamente consapevoli della loro mission culturale. Un recente volume dalla veste grafica raffinata (la collana è quella delle "Opere inedite di cultura") raccoglie ora il carteggio, gran parte mai pubblicato, tra i due intellettuali, uno scambio epistolare svoltosi prevalentemente dal 1909 al 1927, gli anni della prima guerra mondiale e dell'affermarsi del fascismo, ma anche quelli dei grandi fermenti artistici che non sono sfuggiti a Longhi, il quale ha dedicato grande attenzione, per fare solo un esempio, al Futurismo e in particolare a Umberto Boccioni.

Il critico inizia la sua collaborazione con "La Voce" all'insegna di uno spirito innovatore e di radicale contestazione verso l'Università di Torino e la "disgraziata facoltà" di Lettere. In Prezzolini trova un interlocutore - ma anche un "maestro" - aperto alle nuove tendenze, alle avanguardie, fondatore di una rivista militante; la simbiosi tra i due diventa subito profonda e si interromperà solo nel 1914, quando la direzione passa a Giuseppe de Robertis e Longhi decide di intraprendere una strada autonoma.

Le lettere, spesso appassionanti e appassionate, stimolanti e sorprendenti nel rendere il clima d'avanguardia del primo quarto del Novecento, sono corredate da ampie note di commento e di confronto, oltre che da precise informazioni archivistiche. A chiusura del volume i brevi saggi di Maria Cristina Bandera ed Elisabetta Fadda contestualizzano la corrispondenza all'interno di due vite, quelle appunto di Longhi e Prezzolini, spese per creazione di una nuova cultura.


Marta Santacatterina

 

biblion
line

di Mary Attento


Aldo Masullo
Cosa è la libertà umana - da dove nasce e verso dove muove? Qual è il punto di rapporto e di tensione tra corpo e mente, naturalità e idealità, ragione e passione? E cosa unisce gli individui in un nesso che va al di là della loro identità, legandoli in un vincolo comune? Sono queste le domande fondamentali - afferma Roberto Esposito in un articolo su la Repubblica - intorno alle quali ruota l'ultimo libro di uno dei maestri del pensiero italiano contemporaneo quale è Aldo Masullo. Il saggio si intitola "La libertà e le occasioni" ed è edito da Jaca Book. La domanda inaugurale del pensiero moderno è "politica" in senso rigorosamente filosofico: non concerne la genesi storica della società, la sua nascita nel tempo, le strategie del potere, ma si applica al punto d'origine, al principio del "plurale" costitutivo della soggettività. A partire dal XVII secolo balena nuova l'idea che propulsivo della dinamica sociale sia il nesso dialettico, mondano e storico, di libertà e di ordine.
Il Vico coglie appieno la novità, quando nel De iure sostiene che società e diritto non sono effetti né di metafisica necessità né di naturali impulsi utilitari, ma funzioni dell'umano reagire alle occasioni, ossia risposte che dinanzi alle sfide delle contingenti situazioni gli accomunati individui inventano. Poi, nel corso dei secoli, la mente moderna lavora a pensare criticamente i modi originari della libertà e le sue occasioni di fondo. Si compiono così i passi salienti con cui matura la coscienza non retorica della libertà, la consapevolezza che essa è strutturalmente relazionale e, in questo senso, radicalmente "politica". Nell'attuale momento della vita del mondo, non certo per questa o quella novità tecnica ma, come avverte Jacques Ellul, per l'incombente prospettiva che lo stesso sistema sociale si riduca a "sistema tecnico", la libertà si trova dinanzi all'occasione cruciale, in cui è di essa che si decide. Una tale sfida non si può ignorare, occorre rispondere. È propriamente un affare di etica: non compete all'esattezza del calcolo, ma al rigore del pensiero.


Aldo Masullo
La libertà e le occasioni
Jaca Book, pp. 216 - Euro 22,00



Libro
Il significato di questo libro si intuisce fin dalla lettura della dedica che l'autrice ha scritto prima dell'inizio dei racconti: "Ai viaggiatori solitari del Profondo che, liberi dalla greve disincantata realtà, prediligono l'immaginazione, la fantasia e il sogno".
La Maschera Viola, L'Orsa, Il Piccolo Fiume - i tre titoli che compongono la raccolta - sono proprio così, ossia storie "assai originalmente giocate nel perfetto accordo del doppio registro realistico e fantastico", - come si legge nella motivazione del premio VivereIN "Un libro per il ben-essere" che il volume ha ricevuto di recente - storie che "raccontano la vita umana come incessante inseguimento di un "senso", che ne acquieti l'affanno, il che però non può avvenire se non al prezzo dell'arduo ma decisivo esercizio a "ben vivere". Uno di questi 'esercizi' è esplicitato nel terzo racconto ("ogni tempesta di qualsiasi genere si tratti, non può che renderci più forti"); o nella descrizione senza maschera, senza ipocrisia degli avvenimenti; o ancora nei consigli per modificare la vita vissuta con falsità, preferendo la solitudine ("da solo, come quando iniziasti il viaggio"). Ce lo conferma il "primo lettore" Aldo Masullo nella postilla al testo: i racconti di questo libro non sono tecnicamente né favole né fiabe, cioè né animazione moraleggiante né trattenimento fantastico. Sono piuttosto storie immaginose, che attraverso i destini delle vite evocate - persone animali cose - restituiscono alla presenza le emozioni, i vissuti, sepolti tra le sottrazioni del passato, oppure suggeriscono ancor vergini possibilità emozionali, sempre pronte, sulla mobile soglia del tempo, alla prova del futuro verso cui tutti irresistibilmente corriamo.
Giovanna Bergamasco è nata a Livorno e vive a Salerno. È laureata in Filosofia, presso l'Università di Napoli Federico II, con una dissertazione sul pensiero di Jean Nabert, filosofo francese della relazione tra le coscienze, ed è abilitata all' insegnamento di Psicologia sociale. Appassionata ai problemi teorici e pratici della vita morale, ha pubblicato un esperto e conversevole saggio: Semaforo rosso. Suggerimenti per contrastare la depressione (Roma 2002).


Giovanna Bergamasco
La maschera viola
Guida, pp. 128 euro 10,00



INFO MOSTRE

 di Giuliana Albano

Rinascimento a Roma

IL RINASCIMENTO A ROMA.
NEL SEGNO DI MICHELANGELO E RAFFAELLO


25 ottobre 2011 - 12 febbraio 2012
Roma, Fondazione Roma Museo, Palazzo Sciarra

La mostra curata da Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, si articola in sette sezioni, che documentano il percorso artistico del XVI secolo, attraverso il passaggio artistico del primo Rinascimento, ancora condizionato dalla cultura umanistica, ad un'arte fortemente caratterizzata da una nuova spiritualità religiosa. In mostra sono esposti capolavori di Raffaello, quali l'Autoritratto e il Ritratto di Fedra Inghirami - entrambi prestati eccezionalmente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze - di Michelangelo, il David-Apollo proveniente dal Museo Nazionale del Bargello, di Sebastiano del Piombo, il Ritratto del cardinale Reginald Pole dell'Ermitage, e di molti altri artisti, tra cui Perin del Vaga e Francesco Salviati. Per l'occasione la Fondazione Roma ha provveduto a restaurare alcune importantissime opere, tra cui la Pietà di Buffalo (Stati Uniti) di ambito michelangiolesco (con attribuzione da parte di alcuni studiosi a Michelangelo stesso, che verrà esposta in mostra dopo il restauro. La mostra presenta anche apparati didattici e integrativi del tutto inediti come la ricostruzione tridimensionale della Loggia di Psiche di Raffaello.

Orari
: Martedì - domenica ore 10.00 - 20.00 Chiusura biglietteria ore 19.00



Michelangelo e Leonardo

LEONARDO E MICHELANGELO.
CAPOLAVORI DELLA GRAFICA E STUDI ROMANI


Dal 27 ottobre 2011 al 19 febbraio 2012
Roma, Musei Capitolini


Leonardo e Michelangelo a confronto nella grande mostra che animerà gli spazi di Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini con i capolavori della grafica e gli studi romani dei due maestri del Rinascimento italiano. L'esposizione, curata da Pietro C. Marani e Pina Ragionieri è organizzata in sezioni. Sessantasei i disegni a confronto, quelli di Leonardo provenienti dalla collezione della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, e quelli di Michelangelo dalla Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, le due istituzioni che hanno reso possibile l'iniziativa. La retrospettiva partirà dai capolavori grafici delle due collezioni, per prendere poi in considerazione l'attività romana dei due artisti, indagando nel contempo passioni e personali interessi dei Maestri. Si partirà dai "Capolavori tra Capolavori", la sezione iniziale che, con un andamento speculare, proporrà un'occasione davvero imperdibile di riflessione sui due sommi protagonisti del Rinascimento, considerati spesso rivali ma reciprocamente attenti uno all'opera dell'altro. La sezione "Nove capolavori" vede confronto nove invenzioni di Leonardo e i nove più celebri disegni di Michelangelo. Il Soggiorno romano: alla permanenza nella Capitale sarà, poi, interamente dedicata la sezione "Appunti su Roma e studi romani di Leonardo". Al termine del percorso espositivo, "A seguito del genio", due piccole selezioni di alcune opere di particolare rilevanza create da artisti che, nel caso di Leonardo, appartennero alla sua scuola e, nel caso di Michelangelo, subirono la forte influenza del Maestro.
Orari: dal martedì alla domenica ore 9.00 - 20.00 (Ingresso consentito fino alle 19)
24 e 31 dicembre 9.00-14.00 (Ingresso consentito fino alle 13)
Giorni chiusura: lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio.
ArtePresente - Tribunale di S.M.C.V. n.246 del 14 Luglio 1979 - Direttore: Giorgio Agnisola. Direttore responsabile: Mary Attento. Art director: Michele D'Alterio - DHARMA