Mensile di critica d'arte e recensioni fondato nel 1979
N. II - Gennaio 2009
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Fabre JAN FABRE PER PIAZZA DEL PLEBISCITO
Il ragazzo con la luna e le stelle sulla testa  

Napoli, dal 20 dicembre al 18 gennaio 2009

Ciò che può far nuova un'opera d'arte è senza dubbio il contesto, il luogo e persino il tempo in cui l'opera viene collocata. Viene da sé che un'opera può non leggersi allo stesso modo in due differenti spazi espositivi o in due diversi contesti urbani. Purché l'artista intervenga consapevolmente e seriamente a completare l'opera nel nuovo spazio, usando magari gli stessi oggetti visivi, ma di fatto proponendo ogni volta un'opera nuova. Ciò per introdurre la lettura della multipla installazione che Jan Fabre, artista e scrittore belga, ma anche regista e performer, nipote del celebre entomologo Jean-Henri Fabre, espone a Napoli, in Piazza Plebiscito, reduce da una grande mostra al Louvre. Installazione realizzata con opere già esposte variamente altrove e che nella città partenopea vengono riproposte con una diversa ambientazione e un diverso scenario evocativo.

Fabre

Le opere, veri e propri calchi corporali in bronzo dorato, tra le più conosciute dell'artista, sono collocate nell'emiciclo della basilica di San Francesco di Paola, ma anche sulla terrazza scoperta della Reggia, esprimendo, almeno in parte, un progetto di impliciti ed espliciti rimandi all'immaginario della città con il linguaggio poetico e pensoso, ma anche surreale e provocatorio dell'artista. Al centro è L'uomo che piange e ride, scultura del 2005. Pare stigmatizzare una condizione dell'uomo contemporaneo, con una divertita e insieme grottesca ironia. La scultura è collocata su di un alto piedistallo e domina la piazza. Sembra assumere un significato emblematico nel quadro dell'intero progetto espositivo. Sulla loggia del Palazzo Reale, verso via Roma, è L'astronauta che dirige il mare, opera del 2006, simbolica raffigurazione di un mito antico e che nei suoi termini paradossali pare sottolineare fragilità e arroganze dell'uomo moderno. Sullo stesso registro si colloca l'altra scultura posizionata sul tetto di uno dei palazzi prospicienti la piazza, verso Santa Lucia, L'uomo che misura le nuvole, opera del 1998. E' una figura con le braccia alzate e con un righello tra le mani, che guarda con ingenua freschezza il cielo partenopeo. Campeggia a monte, ancora al centro, tra le due statue equestri, una teoria di sette vasche da bagno, ancora in bronzo dorato, colme d'acqua distillata. L'installazione è stata già esposta lo scorso anno con una diversa articolazione nel Palazzo Benzon di Venezia. Nella vasca centrale è l'Homme qui écrit sûr l'eau, opera datata 2006, immerso nell'acqua filosofale, che rimugina forse, sinistramente, sulle sciagure del nostro tempo.
Infine in un angolo, al termine dell'emiciclo orientale del colonnato, c'è L'homme qui donne du feu, del 1990. Intrigante, posizionata con le spalla alla piazza, l'opera, peraltro notissima, impone che il visitatore si insinui tra pietra e figura e si curvi, guardando dal basso, per coglierne il sinistro e misterioso lampo dello sguardo. Su alcuni striscioni, infine, più o meno significativi aforismi dell'artista.
Giorgio Agnisola
Tufano PERCORSI DELL'EROS
TRA FILOSOFIA ED ARTE

Presso il Movimento Aperto di Napoli

Amore come tutto o niente. O altro. Amore come segno di unità, ma anche di diversità, di convergenza di opposti, di armonia di simili. Ilia Tufano firma con un dialogo (Ragionamenti d'amore) la brochure di una importante mostra (Percorsi dell'eros tra filosofia ed arte) in cui ha chiamato a raccolta gli artisti amici che nell'arco di un decennio hanno esposto presso il suo spazio napoletano, in via Duomo, sede dell'associazione culturale Movimento Aperto: un dialogo immaginario tra Bataille e Socrate, intenso e leggero, come un fruscio di voci trasportate dal vento. Ma perché il tema dell'amore? In che senso? Con esprit de finesse Ilia ha inteso testimoniare visivamente un percorso esteso ai nomi più interessanti della temperie astratta napoletana e campana, come specchio della sua multanime avventura, innanzitutto interiore, che l'ha portata nell'arco di un decennio a vigilare con cura amorevole, attraverso puntuali esposizioni, la cultura artistica partenopea. Con cura e signorilità, con estrema sensibilità culturale, con vera abnegazione.
L'amore è il tema dunque, e altresì la traccia, di una serie di manifestazioni, che accanto alla mostra, che ricomprende ben 49 artisti, e che si chiuderà a fine gennaio prossimo, vedrà la partecipazione di critici, scrittori, artisti che dialogheranno, appunto, sul tema, nelle sue diverse e possibili declinazioni. Cos'è dunque l'amore? "E'perdersi nelle metafore, affidare al vento le parole, perché l'amore se è tale è votato inevitabilmente alla sconfitta”. Così scrive Ilia per bocca di Bataille. A cui sempre Ilia, questa volta per bocca di Socrate, risponde: "L'amore, quello vero, è altro, è trasparenza, ossia passaggio, e dunque oltre, sguardo all'infinito”. Su questi rimandi, intellettuali e psicologici, la filosofa e artista, oltre che gallerista, svela il senso profondo, sotterraneo, di un sentimento che solo l'arte sa restituire integro all'universo del pensiero.
Giorgio Agnisola

Giovanni GIOVANNI E IL GIUDAISMO
Un convegno promosso dall'Istituto di Storia del Cristianesimo
della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale

Il Vangelo di Giovanni è negli ultimi anni al centro di un acceso dibattito. Alcuni studiosi infatti assegnano alla pagina giovannea una fisionomia antigiudaica, con tutte le implicazioni che una tale connotazione può comportare. Quali sono dunque i termini della discussione e quali i possibili orizzonti speculativi? La quinta giornata di Studi sulla Storia del Cristianesimo che si è tenuta nei giorni scorsi a Napoli, promossa dall'Istituto di Storia della Sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale e diretto da Sergio Tanzarella, ha avuto quest'anno per tema proprio "Giovanni e il Giudaismo, luoghi- tempi-protagonisti". Al convegno, nel corso del quale è stato ricordato anche padre Michele Piccirillo, il grande archeologo recentemente scomparso e che avrebbe dovuto essere tra i relatori della giornata, hanno partecipato numerosi studiosi, italiani e stranieri. "Effettivamente il Vangelo di Giovanni comprende tra le più ostili affermazioni della Bibbia all'indirizzo dei giudei, che chiama figli del demonio e schiavi del peccato- ha detto Tom Thatcher, della Cincinnati Christian University-. Ma bisogna distinguere tra il pensiero di Giovanni nei confronti del giudaismo, che è sempre molto positivo, e quello nei confronti dei giudei. Le sue considerazioni negative nei riguardi di questi ultimi derivano dal dolore sperimentato a causa del duro conflitto con essi e dal loro rifiuto di Gesù. Ed è soprattutto in questa ottica che vanno lette e interpretate". " Occorre tener presente- ha aggiunto il biblista Emilio Salvatore- che a partire dal 90 d.C. si sviluppò un processo di ostracismo nei confronti dei cristiani con Rabban Gamaliele II, patriarca dell'accademia di Jabne, che nella preghiera liturgica associò nella maledizione contro gli eretici ("minim") anche i cristiani ("nosrim"). Per converso l'espressione figli del diavolo rivolta ai Giudei non deve essere letta come condanna di natura etnica. Essa sembra infatti del tutto analoga a quella rivolta a Giuda, uno dei dodici, definito un diavolo". In effetti "il cosiddetto antigiudaismo del Vangelo di Giovanni- ha detto il gesuita Guido Bertagna, del Centro San Fedele di Milano- che ha approfondito anche l'interpretazione del Vangelo giovanneo nel cinema- va collocato nella più ampia polemica contro la Sinagoga che si trova nei Vangeli. Questa va ricondotta allo scontro di identità e di esperienza spirituale e religiosa tra Giudaismo e comunità dei credenti in Gesù. Comunità che per i primi decenni non avvertono se stesse come estranee al Giudaismo ma, al contrario, come il compimento in Cristo della fede ebraica". "In realtà nel Vangelo di Giovanni- ha detto il noto studioso Giorgio Jossa -, redatto nella sua forma finale con ogni probabilità verso la fine del primo secolo, la separazione dei seguaci di Gesù dagli altri Giudei è data per avvenuta. E la ragione principale della separazione non è in un diverso modo di concepire le regole della legge del culto, ma è vista nella fede dei "cristiani" in Gesù Messia e Figlio di Dio". E infatti "nel quarto Vangelo- ha ribadito Renzo Infante, dell'Università di Foggia- il compimento dell'ora di Gesù e la suprema rivelazione della sua gloria si realizzano nel contesto festivo del sistema religioso di Israele. Segno evidente che Gesù e il suo gruppo vengono profondamente determinati e sono il prodotto della struttura culturale e religiosa giudaica". Anche in questo contesto può leggersi l'episodio del tempio, di cui, seppure con diverso approccio, hanno parlato Annalisa Guida e Dario Garribba. In definitiva "la risposta al'interrogativo, se sia o meno antigiudaico il Vangelo giovanneo dipende dal possibile ancoramento della polemica tra Gesù e giudei alla storia- ha concluso Alberto Casalegno-, evitando di pensare che nel testo non vi sia altro che la proiezione della teologia".
Giorgio Agnisola

Giovanni SAN PAOLO, PRIMO COMUNICATORE
ANTE LITTERAM

L'Anno Paolino si svolgerà fino al 29 giugno 2009

Il 28 giugno 2008 si è aperto l'Anno Paolino, che celebra il bimillenario della nascita di San Paolo, una figura di grandi capacità medianiche, alla quale s'ispira ancora oggi una parte del giornalismo e dell'editoria italiani.
"Potremo provare una profonda commozione nell'attraversare le aspre Porte di Cilicia, nell'allungare lo sguardo sulle spoglie distese dell'antica Galazia, nel visitare le rovine di Corinto, Atene ed Efeso, oppure nel sostare sulle rive di Malta spazzate dal vento, perché di là passò Paolo, senza le comodità dei viaggi moderni e spesso praticamente da solo, con l'unico obiettivo di diffondere la Buona notizia". Il "grande itinerario paolino" che nel I secolo d.C. anno dopo anno, mare dopo mare e provincia dopo provincia portò Saulo di Tarso (il primo grande missionario-viaggiatore) sempre più lontano dalla Palestina, è stato ripercorso nel libro "Sui passi di san Paolo” da Peter Walker, esegeta biblico e archeologo inglese. Il libro (Elledici-Edizioni Messaggero Padova-Velar, pp. 214 € 20) presenta 14 luoghi visitati da Paolo e citati negli Atti degli Apostoli, li inquadra nell'avventurosa vicenda paolina, nella grande Storia del Mediterraneo e nella realtà odierna. Il testo è arricchito da fotografie a colori, cronologie, elaborazioni grafiche, cartine, approfondimenti. "Indipendentemente da ciò che pensiamo di lui - sottolinea Walker - ci sarà difficile non provare ammirazione per quest'uomo che si spinse così lontano a piedi, per nave o a dorso di mulo per la causa cui aveva dedicato tutto se stesso".
In questi tempi in cui, in nome di una fedeltà al proprio credo religioso, sembrano alzarsi gli steccati tra credenti e non credenti e tra credenti di diverse confessioni e inasprirsi i toni del confronto, è significativo che - grazie anche all'Anno Paolino che si svolgerà fino al 29 giugno 2009 - siano offerti contributi che focalizzano l'attenzione sul dialogo fra culture e fedi che Paolo interpretò in tempi che hanno molto in comune con la contemporaneità. Nel saggio "Paolo e i non credenti" (Paoline pp. 392 € 18) Alessandro Sacchi esamina la Lettera ai Romani, con particolare riferimento alla sezione della Lettera che affronta più da vicino il tema della fede e della giustificazione, in cui Paolo parla di chi non conosce Cristo. L'Apostolo delle genti riconosce che a tutti è data la possibilità di salvezza, anche a chi non ha ricevuto l'annunzio del Vangelo o a chi lo ha rifiutato, perché non vi ha colto una risposta alle sue profonde esigenze razionali e spirituali. La salvezza non è esclusiva di una confessione religiosa. Essa è una meta a cui tutti possono tendere in obbedienza e in forza dello Spirito di Dio che essi possiedono. Partire da questa premessa significa per l'Autore porre le condizioni per un vero dialogo interreligioso.
Mary Attento

sanpaolo
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA
DELL'ITALIA MERIDIONALE
sezione SAN LUIGI
- Via Petrarca 115, NAPOLI
Scuola di Alta Formazione in Arte e Teologia

"Incontri con i Protagonisti dell'Arte"
4 febbraio - 15 aprile 2009 h 19.00

Napoli, 26 gennaio 2009
Mettere in dialogo le diversità culturali e aprire i luoghi di cultura alla città per raggiungere un obiettivo essenziale: l'indagine sull'uomo.
Questo lo scopo del progetto "Incontri con i Protagonisti dell'Arte", quattro conversazioni di e con personaggi di rilevanza internazionale che si svolgeranno dal 4 febbraio al 15 aprile 2009 a Napoli, presso la sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (via Petrarca 115).

Il primo appuntamento è mercoledì 4 febbraio alle ore 19 con Laura MATTIOLI, storica dell'arte e collezionista, con la quale ci si soffermerà sull'"Arte in dialogo".
LEGGI IL SEGUITO...





biblion
line

di Mary Attento



rampin

Lo dice l'autore stesso, in "due parole" (è il titolo della premessa a "Di' la cosa giusta - Aforismi per una comunicazione efficace"), che il libro è stato pensato come strumento per chi intenda avvalersi, professionalmente e nella vita di ogni giorno, di una comunicazione efficace per migliorare la situazione altrui. Come? Adottando una frase strategica, alla quale si richiede appunto di essere pregnante. Per esempio, soffermiamoci su un brano, "Utopia & realismo", riportato anche in quarta di copertina: "Un modo per fallire è accontentarsi dei propri sogni, cullarsi in essi e trovarli così piacevoli che si rimane fermi in uno stato di perenne vagare nella fantasia. A coloro che soffrono di tale subdola abitudine, una frase di Paul Valéry farà meglio di tanti moralistici incitamenti all'azione: L'unico modo per realizzare i propri sogni è svegliarsi”.

Matteo Rampin
Di' la cosa giusta
Ponte alle Grazie, pp. 144 euro 10


pulchra

"Che l'amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore" scriveva Emily Dickinson. Ed è in sostanza il messaggio del romanzo "Rosa pulchra" di Vania Castagna Incutti. Storie di famiglie e di persone che vivono in piccole cittadine di provincia condizionate da pregiudizi, da false moralità, da luoghi comuni e dalle convenienze materiali. I personaggi rappresentano questo mondo, forse un mondo osservato o immaginato, personaggi che si muovono con una dinamicità tale che il lettore si sente osservatore e partecipe allo stesso tempo delle varie situazioni descritte nei particolari e con consumata maestria. Gli ambienti e i luoghi dove si svolge il romanzo vengono descritti con mirabile precisione, facendo percepire addirittura al lettore il mutare delle stagioni, il loro profumo. Alla "scrittrice dei sentimenti"è stata offerta una pergamena, insieme alla preziosa medaglia a lei dedicata, dal Centro Studi Internazionale Sebetia-Ter nel corso di una solenne manifestazione il 24 settembre scorso a Napoli a bordo di nave "San Marco" della Marina Militare Italiana.

Vania Castagna Incutti
Rosa pulchra
Guida, pp. 88 euro 10 ril.







caserta LO SGUARDO FERITO

Non solo un danno ecologico, economico, turistico ha comportato l'emergenza rifiuti in Campania, ma anche un danno meno rilevante in apparenza, più intimo, psicologico ed emotivo: un danno allo sguardo. Percorrendo le vie ordinarie e le autostrade della regione si legge il degrado non solo degli ambienti urbani, ma dello stesso paesaggio. Le campagne sono sporche, visibilmente inquinate, disseminate di detriti.
Vi sono zone presso Napoli, lungo le arterie d'accesso, in cui per chilometri la strada è ancora una trincea di rifiuti, alta, maleodorante, stabile barriera allo sguardo. I campi coltivati della Campania Felix, i filari di pioppi con i vitigni disposti a schiera, gli agrumeti e gli uliveti sono punteggiati di macchie biancastre, paiono colpiti da una malattia endemica che ha intaccato il tessuto epidermico e non solo della natura. Lo sguardo che fino a pochi anni fa spaziava sulle distese di verde inconfondibile di terre fertili e solatie, oggi vuole ritrarsi, resta come tradito nel suo aprirsi alla bellezza. Forse un qualche argine al dilagare dei cumuli di spazzatura si troverà, ma chi toglierà quelle macchie nel bruno e nel verde dei campi? Molti residui si consumeranno, lavati e dispersi da piogge pietose, ma la plastica durerà per anni. A stigmatizzare il degrado, come un sigillo di inciviltà.
Ciò che più allarma, sconcerta, é il progressivo assuefarsi al brutto. Col trascorrere del tempo, l'ambiente deturpato sembra entrare nell'ordinario. La gente ci fa l'occhio e non vede. Il degrado fisico, naturale, diventa degrado spirituale. Ciò accade in Campania, terra di recente indubbiamente sventurata, ma é rilevabile in numerose regioni del Sud e non solo. Presto o tardi, per molte e diverse ragioni, potrebbe riguardare il nostro Occidente, se non cambiamo il modo di consumare, di conservare, di smaltire, di vivere. Stiamo sciupando la natura e non solo materialmente, ma anche visivamente.
Ciò che essa ha rappresentato esteticamente, spiritualmente, testimoniato da tanta arte, da tanta indimenticabile letteratura, oggi, in molte parti del mondo, sembra non avere più senso. Non si pensi ad un eccesso di sensibilità. Vi sono indubbiamente preoccupazioni più pressanti.
Eppure tutti sanno quanto uno sguardo sereno possa far bene, come la bellezza di un ambiente curato possa corroborare l'anima, generare pienezza interiore, restituire profondamente il senso di un' appartenenza. La nostra casa non è solo la nostra abitazione, ma anche la nostra città, il nostro territorio, ed anche il nostro paesaggio, quello in cui si sono alimentati negli anni i nostri sguardi e anche i nostri sogni, in cui si è edificata la stessa città dell'uomo.
In cui ancora sarebbe possibile cogliere il segno di una bellezza interpretata nel raccordo profondo tra il vedere e il sentire, in cui il finito si lega all'infinito. Lo stiamo rovinando, il paesaggio, e con esso rischiamo di rovinare anche la nostra anima.

Giorgio Agnisola

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ArtePresente - Tribunale di S.M.C.V. n.246 del 14 Luglio 1979 - Direttore: Giorgio Agnisola. Direttore responsabile: Mary Attento. Art director: Michele D'Alterio - DHARMA